Massimo e la “FATINA”: storia di una passione mai sopita.

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Massimo Sansone

Erano gli anni ’80, gli anni in cui la cronoscalata Macchia-Monte Sant’Angelo conosceva il suo apice di notorietà e fama. Un evento sportivo, quello del Gargano, che attirava lungo i 9 chilometri che separano la frazione di Macchia dalla cittadina di Monte Sant’Angelo fiumi di spettatori. Tra questi un bambino, che al contrario di tanti altri, piuttosto che rimanere colpito dalle vetture più performanti, come i prototipi o i mostruosi Gruppi B, resta ammaliato da un pilota e da una vettura che poi resteranno nel suo cuore per sempre: il pilota era Angelo Marino, meglio noto con lo pseudonimo di BAZOOKA, e la sua vettura da gara era una fiammante A112 Abarth color argento, vettura sicuramente più modesta al cospetto delle “regine” più blasonate delle cronoscalate.

Quel bambino di Monte Sant’Angelo, terra di motori oltre che di bellezze artistiche senza pari, cresce e non appena ne ha l’opportunità, comincia a frequentare amici che corrono nei rally. Nel frattempo, la cronoscalata Macchia-Monte Sant’Angelo subisce un drammatico stop nel maggio del 1986 con la morte del veloce pilota barese Paolo Gargano, ma il Gargano motoristico continua la sua vita attraverso diversi rally di seconda serie per poi accrescere la sua notorietà con il Rally del Gargano che diventa valido anche per il Campionato Italiano Rally.

Arriva la prima agognata licenza di conduttore con quel nome stampato ben in evidenza: MASSIMO SANSONE. E così il bambino ormai adulto, forte di tanta esperienza racimolata in giro tra gli amici già piloti, inizia una lunga e prestigiosa carriera come navigatore. La sua precisione e il suo carattere gioviale gli permettono di essere molto apprezzato e sedere accanto a piloti molto veloci: tra questi Piero Azzarone, Francesco Rizzello, Francesco Montagna e Giuseppe Bergantino.

Ma i sogni di bambino, si sa, non ci abbandonano mai finchè si ha la forza di inseguirli: e così, trovata una A112 Abarth 70hp un po’ malandata del 1977… il sogno inizia a prendere forma e si trasforma in un attento restauro e conseguente preparazione secondo i regolamenti tecnici del Gruppo 2 per le vetture storiche. E arriva il momento della scelta del colore: a pensarci è il piccolo Francesco, figlio di Massimo, che sceglie tra tanti colori un celeste pastello, che ricorda tanto il colore della Fata Turchina, la fatina della favola di Pinocchio.

Da quel momento e per tutti la vettura da gara di Massimo Sansone diventa “LA FATINA”.

Ora che il sogno è diventato realtà: “LA FATINA” e il suo pilota sono impegnati nelle gare in salita del Trofeo Velocità Montagna nella categoria auto storiche con i colori della Scuderia Valle D’Itria, sperando un giorno di poter completare il sogno, e di poter portare quella fatina dal celeste pastello a mettere le ruote sui tornanti di una… chissà… “rinata” Macchia-Monte Sant’Angelo.

Ufficio Stampa

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